Una storia come tante per Enpa Brescia. Una signora chiama in sede, segnala che da un paio di settimane c’è un gatto intrappolato nel vano cantine del palazzo vicino, che ha cercato di recuperarlo ma non sa come fare e chiede l’aiuto dei volontari di Enpa Brescia.
Si attiva subito il tam tam telefonico: chi può dare un’occhiata? Chi è in zona? Ok, volontaria trovata si parte!
Così inizia la mia avventura. Vado a trovare la signora che nonostante la fragilità dell’età e la titubanza mi racconta di come si è accorta dei lamenti felini, del possibile “abbandono volontario”dell’animale, e di come, nonostante le perplessità dei vicini, abbia cercato di nutrire il gatto ed ora voglia per lui la libertà ed una nuova vita.
Mi indica la strada, guardo le scale immerse nel buio, inspiro a fondo come prima di un tuffo, e scendo una, due, tre rampe di scale sotto terra. Lì, sul fondo di una porta chiusa a chiave, guardando a lungo nell’oscurità, infilo titubante il braccio, allungo il cellulare e scatto foto con il flash cercando di trovare un segno, una prova tangibile della presenza felina.
Improvvisamente, dopo quasi mezz’ora e decine di foto che immortalano solo pareti nere, due fanali di luce appaiono come un lampo… “la creatura” finalmente palesa la sua esistenza. Mi alzo di scatto come avessi visto un fantasma, poi rassicuro la signora con una risata liberatoria.
Si fanno le considerazioni di dovere come in un telegramma: il gatto c’è, intrappolato ma momentaneamente al sicuro, bisogna attivarsi per il recupero per il giorno successivo. Si preparano trasportino, teli, guanti, gabbia-trappola e ovviamente l’esca perfetta per la missione: una gustosissima scatoletta di sfilaccini di tonno!
Si chiama l'amministratore del palazzo e si fissa un appuntamento per aprire la proprietà privata. Entriamo nella stanza e una massa pelosa “bianca e nera” o meglio “grigio e nera” ci scappa tra le gambe e si infila in una vecchia stufa di ghisa. Dopo l’aiuto provvidenziale di un idraulico e numerosi sforzi e tentativi infruttuosi per estrarlo incolume (mai pensare che la potenza umana possa vincere sull’istinto di sopravvivenza) si decide di posizionare la gabbia trappola con dentro una ciotola di cibo ed aspettare che “la creatura” si calmi, abbocchi all’esca e si rifugi, da sola al suo interno.
Dopo qualche ora torno a controllare... Alla luce fioca di una lampadina, in fondo ad uno stretto corridoio, rannicchiato nella gabbia, due occhi sbarrati e uno sguardo da killer mi fissano: uno splendido, spaventatissimo, sporchissimo micione!
Il veterinario è già stato allertato ed aspetta solo lui: visita completa,esami e interventi di routine…e soprattutto una bella lavata!
Lo lascio alle cure sapienti del veterinario e lo saluto sussurrandogli una personale benedizione. Benvenuto a bordo “capitano Nemo”… sei stato un recupero impegnativo ed avvincente e la tua nuova avventura comincia da qui!
Nemo sta bene, è un gatto giovane, sano, negativo fiv-felv ed ora pure sterilizzato. È Visibilmente provato dalla lunga prigionia ed avrà bisogno di un po’ di tempo per riabituarsi alla presenza umana ed alla vita domestica ma visto lo spirito ed il carattere determinato siamo certi che entro breve troverà dei “compagni d’avventura”che sapranno prendersi cura di lui e lo proteggeranno per tutta la vita.
Buona fortuna Nemo!