-

CON ENPA PER UN ETICO 2017
Mercoledì 8 e 15 marzo
vi aspettiamo al corso per balie e stallanti!
***
Domenica 26 marzo
mega evento con i bulldog inglesi al parco castelli
***
Domenica 21 maggio
mega evento al parco Nassirya
In cerca di casa

Gatti
Gatti

Cani
Cani

venerdì 1 marzo 2013

Lo zoo non torni in castello

Negli ultimi giorni abbiamo letto con attenzione, sulla stampa locale, le proposte avanzate dagli esperti per il recupero e la promozione del Castello di Brescia. Una di queste però ci trova contrari come associazione che ha, tra le proprie finalità, la protezione degli animali, ed è quella del ripristino dello Zoo, chiuso ormai, fortunatamente, da molti anni.
In una società civile come la nostra, il concetto di animale evolve continuamente, e si è finalmente arrivati a considerare gli individui di altre specie come esseri senzienti capaci di provare sofferenza al pari dell'uomo.
Ed è in quest'ottica che ci chiediamo come lo sfruttamento degli animali, attraverso i circhi e gli Zoo, chiamati adesso in maniera eufemistica Parchi Zoologici o Bioparchi, possa essere un'opportunità per far rivivere una realtà importante quale il Castello di Brescia.
Ci interroghiamo se la sofferenza di un animale ingabbiato e a cui vengono rubati la libertà e gli spazi immensi che la natura gli ha donato, quali la savana africana o le foreste equatoriali del nostro pianeta, possa far rifiorire un'opera ingegneristica medievale così importante.
Immaginiamo cosa possa provare un colorato pappagallo sudamericano che normalmente vive sopra grandi alberi nelle foreste pluviali ad una temperatura di 20/30°C in una gabbia nella Pianura padana dove in inverno si arriva tranquillamente sotto zero. Oppure un elefante africano abituato a percorrere migliaia di chilometri con il branco a vivere da solo, o quasi, in pochi metri quadrati. Se riflettiamo bene arriviamo alla conclusione più che ovvia: sofferenza, costrizione, ansia, freddo, incapacità di poter esprimere le loro condizioni etologiche, apatia, è questo che si legge negli animali costretti a vivere intrappolati per lo spettacolo. Si tratta in tutto e per tutto di un maltrattamento, peraltro diseducativo per le nuove generazioni che devono essere educate alla conoscenza e all'empatia verso il diverso, e non all'indifferenza verso la sofferenza altrui e all'incapacità di notare il disagio nell'altro. Molti cittadini, ormai consapevoli di questi problemi, ritengono davvero triste uno spettacolo di prigionia e di costrizione, e non certo per «snobismo», ma per una maggiore e più inclusiva sensibilità.
Inoltre, fino agli anni '80, i documentari sugli animali erano pochi e la gente era più incuriosita da animali così particolari, mentre al giorno d'oggi le nuove generazioni non hanno più neanche il contatto con gli animali che popolano la nostra città e la nostra provincia e non li conoscono.
Pensiamo che sarebbe più utile creare un piccolo centro di recupero della fauna selvatica (Cras) dove si possa insegnare ai bambini ed alle persone il rispetto nei confronti della natura e degli animali. Anche perché nel Bresciano esiste un unico Cras in media Valle Camonica e le centinaia di animali che vengono recuperati ogni anno devono essere trasferiti fuori provincia. Ed il tempo di intervento è fondamentale per la loro sopravvivenza.
Inoltre, quei fantomatici 500mila visitatori annui degli anni '80 non possono fornire un confronto reale per una società che ha varcato il millennio, soprattutto perché le presenze delle persone attualmente in Castello non è quantificata non essendoci un biglietto d'ingresso come avveniva con lo Zoo. Questa proposta rappresenta un grande passo indietro anziché un futuro per la nostra società civile.
Dopo la chiusura dello Zoo ci sono voluti diversi anni prima che i bresciani si impossessassero di nuovo di quegli spazi. E chissà quanti soldi pubblici sono stati usati per restaurare e ripristinare questa area verde così importante per la nostra città.
Per far rivivere il Castello partiamo dal donare una nuova speranza, senza sfruttare la sofferenza.

Giorgio Garzetti
Consigliere Enpa-Onlus
Sezione di Brescia