Dopo più di due anni di proteste e manifestazioni l’allevamento Green Hill è stato messo sotto sequestro in attesa di una decisione del giudice. Durante questa operazione gli inquirenti hanno scoperto 100 carcasse di beagle nei congelatori e più di 400 cani detenuti nell'allevamento senza regolare microchip, destinati quindi a non si sa quale sperimentazione.Ad oggi, i cani di Green Hill sono ormai tutti liberi ma in attesa di una decisione del giudice non sappiamo se questo allevamento chiuderà i battenti definitivamente.Per mantenere la pressione su questa società, che è specializzata in allevamenti di animali destinati alla vivisezione, l’associazione RESPECT ANIMAL di Lione (Francia) che milita a favore e in sostegno dei diritti degli animali, ha organizzato per SABATO 6 OTTOBRE 2012 alle ore 14.30 una manifestazione davanti agli uffici lionesi della società Marshall, sede amministrativa di Green Hill, per chiederne la chiusura definitiva. Ringraziamo chiunque potrà raggiungerci a questa manifestazione!
Ripercorriamo insieme la lunga storia delle proteste contro Green Hill:
"Il CoordinamentoFermare Green Hill nasce nell’aprile del 2010 da un gruppo di persone che in
realtà già da due anni stavano monitorando l’allevamento e seguendo precise
informazioni ricevute sul suo operato, soprattutto su di un progetto di
ampliamento. La prima importante tappa della campagna contro Green Hill viene
organizzata ad aprile 2010: un corteo nazionale per le strade di quella
cittadina, un corteo per fermare l’ampliamento che avrebbe previsto
l’allevamento di 5000 cani.
Il
24 aprile 2010, inaspettatamente, si ritrovano
nelle vie e nelle piazze di Montichiari migliaia di persone, da diverse regioni
italiane, inorridite dallo scoprire che poteva esistere quell'inferno, chi
ancora addirittura confuso sul fatto che la vivisezione sia una pratica legale.
L’ampliamento non
viene concesso dal Comune di Montichiari. La prima importante battaglia è stata
vinta rapidamente, e così comincia un nuovo percorso per chiudere
definitivamente l’allevamento.
La
successiva, immediata conquista, consiste nella
dichiarazione degli aeroporti di Montichiari e Verona, a seguito delle
numerosissime proteste via mail, di non trasportare più le vittime di Green
Hill. Si ostacola così il trasporto aereo dei cani verso altre città europee.
Il
22 maggio 2010, ancora una volta, un migliaio
di persone partecipano ad un presidio sotto l’allevamento, riuscendo ad
arrivare fin davanti alle porte di quel lager.
La reazione delle
istituzioni a tanta partecipazione è fin da subito evidente: comincia un
rimbalzarsi di responsabilità tra Comune, Regione, Asl, Ministero. Ognuno dice
la propria, ognuno cerca giustificazioni.
Il
10 giugno la protesta arriva davanti alla
sede regionale Asl a Milano, per
mostrare le responsabilità che essa ha nel permettere che l'allevamento
continui a rimanere attivo. L'Asl si giustifica: la decisione spetta al
Ministero della Salute.
Il pomeriggio dello
stesso giorno siamo davanti gli uffici di Compagnia Fiduciaria Nazionale che
gestisce una grossa quota dei soldi che GH ricava dallo sfruttamento di quei
2500 cani prigionieri. Nelle settimane successive questa fiduciaria e tutti i
prestanome finanziari dietro a Green Hill spariscono e l’amministratrice
delegata italiana, Micaela Marcarini, si dimette. Il passaggio di Green Hill
nelle mani dell’americana Marshall Bioresources diventa palese.
Il
25 settembre 2010, a Roma, prende vita la più
grande, partecipata e significativa manifestazione del movimento antispecista e
antivivisezionista.10.000 persone per le strade di Roma, un corteo unito,
fortemente motivato, per pretendere fatti anche dal Ministero della Salute.
Poco
più di un mese dopo la protesta ritorna
nuovamente a Montichiari: il 6 novembre 2010 centinaia di fiaccole illuminano
le strade per vincere sul buio.
Ogni fiaccola si
accende in memoria di ogni cane prigioniero, simbolo di una vita che purtroppo
si spegnerà molto presto e nel peggiore dei modi.
18
gennaio 2011: alcuni attivisti del
Coordinamento irrompono durante una seduta del consiglio regionale, portando
con sé striscioni e volantini che richiamano alle responsabilità della Regione
per la permanenza di GH e per la non applicazione della LR 116/2006, che stranamente
sembra non interessare i «signori» Marshall.
11
febbraio 2011: la protesta ritorna a
Montichiari, per una giornata piena, che vede impegnati i manifestanti, al
mattino, davanti al Comune e nel pomeriggio presso le sedi di due fornitori di
GH. La pressione verso i fornitori ha portato fin da subito buoni risultati; le
dichiarazioni di non voler più avere rapporti commerciali con GH sono diverse,
anche a seguito delle moltissime mail di protesta inviate.
5
marzo 2011: un altro corteo nazionale viene
organizzato in questa data a Milano. Ancora migliaia di persone che vogliono
esserci per dire basta. Ci si concentra nel piazzale della stazione per passare
sotto i «palazzi del potere» della Regione che ancora finge di non sentire
nulla. Si urla, si parla ancora di GH e di tutte le vittime dello specismo. Ma
poi il corteo si blocca: il percorso viene modificato, ci viene impedito di
manifestare per le vie del centro.
Solo pochi istanti
di sosta e il corteo si scioglie: una moltitudine di piccoli gruppi di persone
si dà appuntamento in piazza Duomo, ognuno «armato» di cartelli e striscioni,
ognuno seguendo il suo percorso.
30
aprile 2011: nel pieno centro di Milano prende forma una protesta scenografica
di forte impatto: tante lettere ordinate, ognuno
sorretta da un manifestante, per comporre la scritta: «Gli animali continuano a
morire. Green Hill deve chiudere, adesso», alcuni testi recitati si ripetono, raccontando la terribile realtà
della vivisezione e di Gh, dalle casse i latrati dei cani prigionieri...
14
ottobre 2011: alle sei del mattino, 5
attivisti del Coordinamento riescono a entrare all'interno dell'area recintata
dell'allevamento e a salire rapidamente sul tetto di uno dei capannoni.
L'intero allevamento di fatto viene bloccato.
Al di sotto della
collina, si concentrano centinaia di manifestanti a supporto delle 5 persone
sul tetto. L'occupazione durerà circa 30 ore, nonostante il clima rigido della
notte. Grazie ad una continua comunicazione gli attivisti sul tetto forniscono
testimonianze ed immagini che vengono diffuse in rete.
Questa azione
risveglia l'attenzione nazionale sul caso Green Hill, i media diffondono la
notizia ed è l’inizio del crearsi di un vero e proprio “caso nazionale”.
19
novembre 2011: a Montichiari si svolge il quarto corteo
nazionale che trova ostacoli fin da subito nell'ottenere le autorizzazioni per
passare lungo le vie del centro. La pressione stavolta è verso il sindaco
Zanola, l'unica persona che potrebbe ritirare la licenza di GH e farlo
chiudere, facendosi anche forza delle gravi irregolarità scoperte all'interno.
2
dicembre 2011: proteste davanti al Comune e alla Asl.
la l'Asl afferma che durante le verifiche all'interno dell'allevamento non ha
mai riscontrato nessuna irregolarità tale da dover portare alla chiusura.
Proprio davanti ai suoi uffici arrivano, il 2 dicembre, numerosi manifestanti;
«vergogna» e «complici» sono le parole che più si sentono urlare, ancora una volta parlano le immagini di
animali seviziati durante gli esperimenti.
23
dicembre 2011: ancora una volta più 100
persone protestano davanti alla Regione, chiedendo la chiusura Green Hill.
Gennaio
2012 – Il governo inglese boccia
definitivamente il progetto dell’americana Marshall Bioresources di costruire
altri 5 capannoni identici a quelli di Green Hil sul suolo inglese.
Marzo 2012
– Parte quella che il Coordinamento Fermare Green Hill ha definito “Operazione
altrimenti ci arrabbiamo”, per far sentire la voce di decine di migliaia di
cittadini al senato e nello specifico alla XIV Commissione che deve cominciare
la discussione degli amendamenti alla Direttiva Europea sulla sperimentazione
animale. In tutta Italia vengono esposti strisiconi contro la vivisezione, il
Comitato Montichiari Contro Green Hill consegna 71.000 firme al Senato, mgliaia
sono le proteste di persone che chiedono finalmente un cambiamento per gli
animali.
20 marzo 2012:
3 attivisti del Coordinamento si incatenano agli uffici di Green Hill nelle
prime ore del mattino ed espongono uno striscione con scritto “Chiudere Green
Hill altrimenti ci arrabbiamo”. L’azione serve per dare visibilità alla
discussione in Senato.
28 aprile 2012
– Liberati in pieno giorno, durante una protesta, 67 cani beagle durante quello
che è stato definito da tutti un “assalto a Green Hill”.
8 maggio 2012:
il Coordinamento Fermare Green Hill organizza una giornata mondiale di proteste
contro Green Hill che trova sostegno in 82 città di 5 continenti.
Giugno 2012:
Il Coordinamento Fermare Green Hill pubblica registrazioni e documenti che
provano la soppressione di cuccioli senza iscriverli all’anagrafe canina.
30 giugno 2012:
altro imponente corteo del Coordinamento Fermare Green Hill che porta 2.000
persone a Montichiari e fino a sotto l’allevamento. Molte cercano nuovamente
l’assalto ai capannoni per dare libertà ai cani prigionieri, ma non ci
riescono.
18 luglio 2012:
L’allevamento viene sequestrato sotto ordine della procura.
28 luglio 2012:
Il primo cane ad uscire da Green Hill dopo il sequestro viene simbolicamente
consegnato ad un attivista del Coordinamento Fermare Green Hill. E’ una
fattrice gravida, che è stata chiamata VEGAN, per ricordare la scelta di non
uccidere e far soffrire nessun animale. VEGAN dopo un mese dà alla luce 2
piccoli che sono stati chiamati Jill e Phipps."
fonte: http://www.fermaregreenhill.net/
fonte: http://www.fermaregreenhill.net/
Per maggiori informazioni consultate il sito http://www.respect-animal.org/